Come impresa abbiamo deciso di raggiungere il bivacco Farello per passarci la notte. Il percorso che abbiamo pianificato comprende la maggior parte dei punti di interesse del alpe veglia come il Lago Bianco, la Conca Mottiscia, Pian du Scricc, le Marmitte dei Giganti, il lago delle Fate e il lago delle Streghe. Oltre alla notte fuori abbiamo deciso di realizzare un diario in cui terremo traccia degli animali che incontreremo, le piante che troveremo e il profilo geologico della zona. Il diario lo creeremo da zero comprando la carta, per poi cucire insieme le pagine , stamperemo alcune foto per inserirle e prenderemo dei campioni di piante da inserire, il tutto sarà accompagnato da delle didascalie scritte da noi! Il diario oltre ad avere lo scopo di farci informare sul area del escursione è anche un bel modo per avere un ricordo fisico del esperienza.
IDEAZIONE
Tommy, Fra e Filo che danno un occhiata ad alcuni itinerari.
Idea iniziale
A sinistra si può vedere la mappa del percorso che inizialmente avevamo pensato per l’andata e a destra quella per il ritorno.
Idea finale
Dopo varie versioni del itinerario abbiamo optato per questa: a sinistra c’è l’andata e a destra il ritorno. Per distribuire meglio i chilometri su i due giorni abbiamo deciso di passare dalle marmitte dei giganti (1) il primo giorno e dai laghetti delle streghe e delle fate (4,5)il secondo giorno.
Cosa porteremo?
L’attrezzatura e il materiale che porteremo con noi non sarà tanta ma importantissima. La prima cosa da mettere nello zaino sarà il sacco a pelo di peso medio, nonostante dormiremo nel bivacco saremo ad alta quota, circa 2400 mslm, e quindi è sempre meglio arrivare preparati; il materassino non servirà perchè il bivacco è dotato di materassi. Un ruolo fondamentale sarà rivestito anche dai vestiti che indosseremo: degli scarponcini comodi, calze da trekking, maglietta e pantaloni tecnici saranno essenziali per vivere al meglio quest’ esperienza, oltre a queste cose poteremo un indumento per ripararci dal freddo della sera o quando saremo in alta quota e una giacca impermeabile e antivento. Assieme a questi indumenti fondamentali porteremo un cambio di indumenti intimi: se dovesse piovere sarà importantissimo cambiarci le calze per rimanere con i piedi asciutti. Dato che passeremo fuori la notte dovremo essere autosufficienti a livello di cibo, da casa dovremo portarci un pranzo e una cena per il primo giorno e una colazione per il secondo giorno; il percorso è abbastanza lungo quindi avremo con noi anche degli spuntini, come frutta secca o barrette energetiche, da consumare nel caso fossimo molto stanchi o durante le pause; ovviamente se gli alimenti che vorremo portare necessitano di cottura ci muniremo di un fornelletto; ognuno porterà con se 2 borracce che potremo riempire in vari punti lungo il percorso . Delle cose che non potranno mancarci sono: un cappellino per ripararci dal sole, un coltellino, della crema solare, la cancelleria di sq per prendere appunti che ci serviranno per realizzare il libro del impresa, un mazzo di carte.
Da in alto a destra ci sono: zaino, sacco a pelo, prodotti per l’igiene, cuscino gonfiabile, necessario per mangiare ovvero alimenti, fornelletto, tazza e posate, ciabatte, cancelleria di squadriglia, borraccia e camel bag, cambio di vestiti e vestiti caldi , sacchettino con oggetti elettronici come la frontale, macchina fotografica, powerbank e cavetti, coltellino, gps, carta della zona con bussola, capellino di lana, guanti e giacca impermeabile.
Quando e in quanto tempo?
Per quest impresa i tempi di camminata effettivi saranno circa di 5 ore e 10 per l’andata e 4 ore e 50 per il ritorno. Al andata ci ritroveremo alle 7 ad Arona per poi partire con la camminata massimo alle 9, in questo modo avremo tempo di raggiungere il bivacco in tutta calma: facendo pause quando è necessario ed andando al passo del più lento.
Quest anno l’apertura del alpeggio slitta dopo metà giugno perchè durante l’inverno ha nevicato moltissimo ma cercheremo comunque di andare il prima possibile. Abbiamo saputo dalla rifugista del rifugio CAI Città di Arona, che avevamo contattato per chiederle se la seconda impresa fosse fattibile, che fino al 02/06 nella piana del Veglia c’erano 80 cm di neve, considerando che il bivacco è posizionato 700 metri sopra la piana, dovremo aspettare ancora varie settimane affinché la neve sia sciolta quasi del tutto.
Dopo aver considerato gli impegni di tutti i componenti abbiamo individuato lunedì 29 e martedì 30 luglio come data migliore, la scelta è ricaduta su dei giorni settimanali per abbassare il rischio di trovare il bivacco al completo.
Quanto costa?
L’unica spesa che abbiamo dovuto sostenere era di trasporto, essendo due giorni infrasettimanali nessuno dei genitori era disponibile per portarci ma il nostro aiuto-capo reparto era disponibile per portarci e data la lunghezza del viaggio ci siamo accordati con lui per pagare il carburante necessario dividendo la somma equamente in sq.
REALIZZAZIONE
L’impresa in realtà è iniziata dal giorno prima con la preparazione dello zaino e un ultimo controllo alle previsioni per dare la conferma definitiva. La mattina del 29 ci siamo trovati tutti in stazione ad Arona introno alle 7 e siamo partiti. Siamo arrivati a Pontecampo in perfetto orario e dopo le dovute raccomandazioni dal capo ci siamo messi in cammino, il primissimo tratto è stato molto faticoso: il sentiero era ripido ed esposto al sole, ma soprattutto non ci eravamo scaldati; dopo circa 20 minuti infatti il povero Nico ha avuto un crampo al polpaccio e quindi ci siamo fermati per aiutarlo e ne abbiamo approfittato per fare una pausa. Passato il primissimo tratto abbiamo raggiunto una strada poderale, sempre molto soleggiata ma ventilata e con una pendenza più dolce. Circa alle 10.30 abbiamo raggiunto l’alpeggio e ci siamo diretti verso il rifugio CAI Arona per chiedere dei dettagli su una fonte d’acqua vicina al bivacco e per fare uno snack; dopo una pausa di circa 20 minuti abbiamo ripreso la camminata e alle 11.50 siamo arrivati a Pian du Scricc. Per fermarci a mangiare abbiamo scelto un enorme masso spaccato in due metà, una delle quali si era ribaltata lasciando esposta una faccia piatta, saliti sulla roccia abbiamo pranzato e ci siamo riposati, tre quarti d’ora dopo siamo ripartiti diretti a pian d’erbioi. Il tratto tra pian du scricc e pian d’erbioi è stato probabilmente il più duro di tutta l’escursione: principalmente per colpa della pendenza elevatissima e della fatica che iniziava a farsi sentire, nonostante la fatica siamo arrivati a pian d’erbioi, dopo quasi un ora e mezza essere partiti dopo pranzo, e abbiamo fatto una breve pausa per bere. Durante l’ultimo tratto di strada abbiamo attraversato un’ enorme lingua di neve non ancora sciolta e una sassaia per poi raggiungere finalmente la nostra meta tramite un ripidissimo, ma fortunatamente breve, tratto su di un prato. Siamo arrivati al bivacco verso le 15.30 e ci siamo sistemati: abbiamo scelto i letti e sistemato i sacchi a pelo; poco dopo alcuni di noi sono andati a prendere l’acqua seguendo le indicazioni che ci aveva dato la rifugista poche ore prima mentre altri sono rimasti al bivacco per riposarsi. Dopo aver preso l’acqua Tommy ha deciso di andare a cercare dei laghetti che secondo la mappa erano in zona, fortunatamente non erano lontani: in una conca distante circa 5 minuti dalla fonte. A questo punto Tommy e Filo sono andati a vedere i laghetti da vicino e a mettere a mollo i piedi mentre Fra e Nico sono tornati al bivacco. Circa alle 16.30 ci siamo riuniti tutti al bivacco per fare una bella partita a carte ma dopo alcune decine di minuti di gioco sono arrivati 4 ragazzi anche loro per dormire al bivacco. Verso le 19 è arrivato un curiosissimo branco di stambecchi che ha gironzolato intorno al bivacco per varie ore; dopo aver fatto alcune foto agli splendidi animali ci siamo messi a cucinare e ad osservare il panorama. Alle 20.30 circa è però sorto un problema: infatti sono arrivate altre 4 persone per le quali non c’era spazio in quanto i letti erano 9 ed erano già tutti occupati: 5 da noi e 4 dai ragazzi; fortunatamente siamo riusciti a trovare spazio anche per la famiglia sulle panche e sul tavolo usando come materassino le coperte in dotazione al bivacco. La notte è passata liscia: i letti erano comodi e la temperatura ottimale. La mattina, dopo una breve colazione e aver salutato tutti, ci siamo messi in marcia verso le 8.30 e abbiamo raggiunto il Lago bianco alle 10 con alcune difficoltà in quanto il terreno circostante era diventato quasi una palude a causa della moltissima acqua proveniente dai nevai. Alle 11 abbiamo raggiunto la conca Mottiscia, dalla quale passa un torrente; attraversarlo è stato impegnativo in quanto poche settimane prima il maltempo aveva allargato di vari metri il letto del torrente. Poco dopo il guado abbiamo incrociato la branca L/C del gruppo Omegna 1 a cui abbiamo dato alcuni dettagli riguardanti il percorso. A mezzo giorno e mezza ci siamo fermati a pranzare presso il lago delle streghe per poi ripartire verso le 13.30 con qualche minuto di ritardo sulla tabella di marcia. Alle 14.40 siamo arrivati a Pontecampo dove abbiamo trovato Pietro ( il capo reparto) che ci ha riportati ad Arona.
VERIFICA
Avendo raggiunto e pernottato al bivacco consideriamo completata l’impresa nonostante non siamo riusciti, per via della stanchezza, a passare dalle marmitte dei giganti. La cosa che ha funzionato meglio è stata la pianificazione del percorso nella fase di ideazione e il riadattamento agli imprevisti, come ad esempio un pezzo di percorso non segnato o il terreno paludoso, durante la realizzazione; Speravamo andasse meglio sotto il punto di vista del indipendenza tra i membri della sq sotto vari aspetti come l’abbigliamento, attrezzatura e l’acqua. Non abbiamo avuto imprevisti particolarmente gravi se non alcuni come: un po’ di affaticamento, delle fiacche causate dalle scarpe nuove che abbiamo risolto con dei cerotti appositi e con un paio di calze più spesso, il letto del fiume più ampio del previsto il quale abbiamo deciso di attraversare togliendoci gli scarponcini e il terreno paludoso vicino al Lago bianco che abbiamo semplicemente aggirato. Il clima di sq è stato abbastanza vario ma complessivamente positivo: durante la parte di camminata eravamo più tesi, soprattutto al ritorno quando ci siamo visti costretti ad accelerare il passo per tornare in orario; mentre durante la parte di convivenza al bivacco eravamo visibilmente sollevati dal aver raggiunto la meta e fieri della nostra impresa.
Nel complesso siamo molto soddisfatti dal essere riusciti a portare a termine l’impresa e siamo sicuri che ha lasciato qualcosa a tutti noi
Questo è il link per le foto che non siamo riusciti a caricare direttamente https://drive.google.com/drive/folders/1_zqh8au2n4jJMae0Cr4pqkLbELhyzbKy?usp=drive_link