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  • Manguste

    Specialità:

    Internazionale

    Gruppo Scout:

    Sant ambrogio 1

    INTERNAZIONALE, Manguste S.Ambrogio 1

    PRESENTAZIONE

    Siamo la Squadriglia Manguste del gruppo Sant’Ambrogio 1, parte della Zona Valsusa.
    Quest’anno abbiamo scelto di lavorare sulla specialità di internazionale, spinte dalla voglia di capire come lo scoutismo viene vissuto in altre parti del mondo e di proporre nuove attività al reparto.

    Siamo una squadriglia unita, curiosa e piena di entusiasmo. Amiamo divertirci e non ci tiriamo mai indietro davanti alle sfide: ci mettiamo sempre in gioco con impegno, ma anche un po’ competitività.

    La nostra squadriglia è formata da sette ragazze, ognuna con il proprio carattere e la propria forza, ma tutte unite dallo spirito scout e dalla voglia di vivere avventure insieme.

    Marti (capo squadriglia) – Ultimo anno
    Intraprendente e solare, Marti guida la squadriglia con entusiasmo. Anche se a volte è un po’ disorganizzata, riesce sempre a far quadrare tutto. È una motivatrice: spinge a dare il massimo e puntare in alto per vincere (anche se ricordiamo sempre che l’importante è partecipare!).

    Marti (vice capo) – Quarto anno
    Sì, abbiamo due Martine! La nostra vice è una vera forza nei tornei e nelle attività competitive. Lavora con la sua omonima, dando sempre una mano indispensabile. Ama mettersi in gioco e ci aiuta a superare i nostri limiti.

    Futu – Ultimo anno
    Anche se è entrata nel mondo scout solo quest’anno, Futu ha subito dimostrato entusiasmo. Partecipa con energia a ogni attività, dimostrando voglia di imparare e di vivere pienamente l’esperienza scout.

    Emma – Terzo anno
    Solare, simpatica e super disponibile, Emma è un mix di allegria… e competitività! Ama le sfide e sa sempre come coinvolgere il resto della squadriglia con il suo entusiasmo contagioso.

    Giu – Secondo anno
    Amica fidata di Emma, insieme sono una coppia imbattibile nei giochi. Giu è determinata e non si tira mai indietro: per lei ogni attività è una sfida da affrontare con grinta.

    Franci – Primo anno
    Fin dal primo giorno ha dimostrato maturità. È creativa, piena di idee e riesce sempre a far sorridere tutte. Nonostante sia al primo anno, è già un pilastro importantissimo della squadriglia. Siamo sicure che in questi anni crescerà molto positivamente.

    Clara – Primo anno
    All’inizio era timida e parlava poco, ma piano piano ha iniziato ad aprirsi. Ora partecipa attivamente e con entusiasmo, condividendo idee originali e sempre preziose. Sta crescendo tantissimo e noi siamo fiere di lei!

    La nostra Squadriglia con queste imprese vuole raggiungere i seguenti OBIETTIVI:

    • Confrontarsi con realtà diverse
    • Conoscere scoutismo in altri Paesi
    • Stabilire dei contatti con scout all’estero
    • Conoscere delle culture in più aspetti

    PRIMA IMPRESA

    Alla ricerca di scout nel mondo

    Per iniziare la nostra avventura nella specialità internazionale, ci siamo date un obiettivo chiaro: metterci in contatto con altri gruppi scout fuori dall’Italia, per scoprire come vivono loro lo scoutismo e come organizzano il loro anno scout.

    Abbiamo iniziato chiedendo in giro: ai nostri capi, al clan (che qualche tempo fa è stato in Albania), a genitori, parenti e amici. Alcune di noi hanno origini rumene o albanesi, quindi speravamo che questo potesse aiutarci a trovare qualche contatto.

    All’inizio però è stato più difficile del previsto. Non ricevevamo molte risposte e quando arrivavano, spesso le persone non erano disponibili o non avevano voglia di parlare con noi. Ci siamo un po’ scoraggiate, ma rinunciare non fa proprio parte del nostro spirito da Manguste, quindi abbiamo continuato a cercare.

    Abbiamo provato a scrivere direttamente a gruppi scout esteri su Instagram, e con nostra grande sorpresa qualcuno ci ha risposto! Siamo riuscite a entrare in contatto con due scout: uno dal Marocco e uno dalla Romania. Purtroppo lo scout marocchino ha smesso di risponderci dopo poco, ma con Vlad Dragu, uno scout rumeno del centro locale “Lotus” di Tulcea, abbiamo portato avanti una bella chiacchierata per diversi mesi.

    Vlad è stato molto gentile e ha risposto a 13 domande che avevamo preparato per capire meglio come funziona lo scoutismo in Romania. Anche noi gli abbiamo raccontato com’è la nostra esperienza qui in Italia, così sia noi che lui abbiamo scoperto cose nuove e abbiamo tratto qualcosa di bello da questa conversazione.

    Alla fine abbiamo raccolto tutte le domande e risposte in un documento su Canva, traducendo tutto dall’inglese, che era la lingua con cui parlavamo. Questo documento lo abbiamo poi mostrato al nostro reparto durante la seconda impresa, così anche gli altri hanno potuto conoscere e apprezzare questa bella esperienza di scambio e amicizia internazionale.

    REALIZZAZIONE

    SECONDA IMPRESA

    Un pranzo intorno al mondo!

    Come seconda impresa, abbiamo deciso di organizzare un pranzo culturale. Abbiamo scelto di rappresentare tre culture: rumena e albanese, che conoscevamo già un po’ grazie alle origini di alcune di noi, e marocchina, per avvicinarci a una realtà nuova e poco conosciuta.

    Questo pranzo è stato parte di un’uscita di reparto, e ci siamo organizzate in tre stand, ognuno dedicato a una cultura. Ogni stand proponeva piatti tipici e attività a tema. Ecco com’è andata:

    🇷🇴Romania

    • Piatto salato: uova con paté di anatra
    • Dolce: “Plăcinte poale-n brâu”, una torta tradizionale
    • Attività: un gioco del fazzoletto in cui le squadriglie si sfidavano a indovinare il significato di alcune parole in rumeno

    🇦🇱Albania

    • Piatto salato: burek
    • Dolce: trileçe, un dolce a base di latte
    • Attività: abbiamo insegnato alcuni balli tradizionali albanesi, come la Valle Kosovara

    🇲🇦Marocco

    • Piatto salato: Maakouda (polpette di patate)
    • Dolce: Msemen con miele, accompagnato da tè alla menta
    • Attività: tatuaggi con l’henné, molto apprezzati!

    Durante il pranzo, abbiamo anche distribuito un quiz con domande sulle tre culture, con curiosità su geografia, capitali, lingue e tradizioni. Un modo divertente per imparare anche mentre si mangiava!

    Per quanto riguarda la cucina, ci siamo divise in anticipo i piatti da preparare e le quantità da portare, tranne per il Maakouda, che abbiamo cucinato insieme la mattina dell’uscita. Anche se in cucina c’è stato un po’ di confusione, abbiamo ripulito tutto, mangiato tantissimo e, ovviamente, ci siamo divertite un sacco.

    Siamo state fierissime di questa impresa: è stata accolta con entusiasmo e in molti si sono complimentati per l’idea. Un’esperienza che ci ha unite ancora di più… e lasciato un bellissimo ricordo (e qualche ricetta da rifare).

    REALIZZAZIONE

    A chi destiniamo le nostre imprese?

    Per primo la dedichiamo a noi, perché ci siamo impegnate molto e tutto è stato ripagato dall’entusiasmo del reparto e di chi ci circonda. Poi al nostro reparto e ai nostri capi perché uno dei nostri obiettivi principali è quello di portare nuove attività al gruppo e far scoprire nuove cose. Infine a tutti gli scout, perché grazie a questa specialità abbiamo compreso che i valori e la bellezza dello scoutismo sono validi in tutto il mondo nonostante le diverse culture e tradizioni che abbiamo amato esplorare.

    VERIFICA

    Come abbiamo già detto, siamo molto fiere di noi perché le imprese sono andate proprio come volevamo. Abbiamo rispettato tutti i tempi, non ci sono stati particolari difficoltà a parte nel trovare i contatti degli scout all’estero. Tutte abbiamo partecipato attivamente rispettando i nostri ruoli, abbiamo dovuto cambiare il piano solo nella seconda impresa che invece di essere una cena, come previsto, è stato un pranzo, però questo non ci ha causato problemi. Abbiamo riflettuto e imparato tanto da questa esperienza e pensiamo che questi insegnamenti ci saranno utili per tutta la vita.

    MISSIONE

    ROBERTO TRAVAN

    Durante un incontro speciale, abbiamo avuto la possibilità di ascoltare la storia di Roberto Travan, un reporter di guerra, giornalista e fotografo che da anni racconta ció che succede nei paesi colpiti dai conflitti. Ha viaggiato in Ucraina, Armenia, Azerbaigian, nella Repubblica centrafricana e in molti altri posti.
    La sua passione per il giornalismo é nata attraverso lo scoutismo, quando era nel gruppo Torino 41, grazie ad un brevetto conquistato durante gli anni in reparto.

    SLAVA UKRAINI

    All’ inizio dell’incontro ci ha mostrato un video con foto raccolte nel suo reportage SLAVA UKRAINI, scattate da lui e altri fotografi tra il 2014 e il 2022. C’erano solo immagini e una musica malinconica in sottofondo, ma quelle foto dicevano piú di mille parole: occhi pieni di paura, città distrutte, famiglie in fuga… Poi ha iniziato a parlarci di sé e del suo lavoro, ci ha raccontato che segue la guerra in Ucraina dal 2014 circa, e in questi anni ha visto sofferenze difficili da scordare: bambini, mamme, anziani costretti a lasciare casa.

    Questa è una frase che ci è rimasta impressa:
    “IN GUERRA, L’UMANITÁ SI VEDE PER DAVVERO. É LA SOPFERENZA A METTERE A NUDO.”

    “PERCHÈ RESTARE QUI?”
    Spesso pensiamo che le guerre siano lontane, che non ci riguardino. Viviamo in un Paese dove si sta bene, e a volte ci limitiamo a dire “non é un problema nostro”. Invece, come ci ha fatto capire Roberto Travan, puó essere piú vicina di quanto pensiamo.
    Nei primi anni del conflitto, a Kiev, la gente viveva normarmente, ma bastava spostarsi di 800km per trovare cittá distrutte.
    Lui era lì quando nel 2022 i russi hanno invaso Kiev o nel Donbass, alle 5.00 del mattino quando é stato attaccato. Supermercati suvotati, mancanza di acqua, energia, gas…
    Spesso faceva una domanda “PERCHÈ RESTATE QUI?”…
    “É LA MIA TERRA, SONO NATO QUI, NON POSSO LASCIARE LA MIA FAMIGLIA”


    I TRAUMI CHE NON SI VEDONO
    Quando é tornato in Italia, un semplice allarme dei pompieri ad Almese, gli ha fatto venire in mente il suono delle allarmi durante i bombardamenti. UN RUMORE CHE NON SI DIMENTICA.

    In TV e sui giornali vediamo sempre numeri e dati:
    MORTI, FERITI, DISPERSI… Ma spesso non si parla di chi resta traumatizzato, di chi ha la MENTE DISTRUTTA DALLA GUERRA
    Questo dato ha un nome PTSD → POST TRAUMATIC STRESS DISORDER anche se in passato era conosciuto come “NEVROSI DA GUERRA” O “SHELL SHOCK’’
    Travan ci ha raccontato che, in un ospedale a Kiev, ha incontrato persone che non avevano ferite visibili, ma che erano ricoverate perché non riuscivano piú a dormire o a vivere normalmente a causa della paura.

    LE “GUERRE DIMENTICATE”
    Ci ha anche parlato della “GUERRA DEI 40 GIORNI” tra Armenia e Azerbaigian, combattuta nel 2020.
    Molte famiglie hanno vissuto nascoste nelle cantine e anche lì si creava un forte senso di comunitá, davvero indispensabile per sopravvivere.
    Anche se conosciuta come guerra inter-religiosa, non é vero: armeni e azeri hanno sempre vissuto in pace.
    Ha anche visitato la Repubblica centrafricana, dove c’é una grave crisi umanitaria. In un aeroporto con una sola pista che attraversa un campo profughi, gli aerei atterrano mettendo a rischio persone che vivono giá in dure condizioni.


    I RISCHI DEL SUO MESTIERE
    Una volta, in Tunisia, come turista, stava assistendo ad una protesta di pescatori che volevano partire per l’Italia. Era in macchina con due ragazzi del posto. Qualcuno telefonó a entrambi i ragazzi chiedendo di un giornalista italiano. I due negarono di averlo visto per proteggerlo.
    Il giorno dopo la polizia lo fermó e tutti i pescatori circondarono la macchina per proteggerlo. Un’altra volta, appena tornato in Italia dall’Ucraina, ricevette una chiamata da un collega americano;
    “Stai bene?” “Sei davvero tu?”. Lui confuso chiese spiegazioni e scopri che in Ucraina girava la falsa notizie che lui fosse stato ucciso da delle persone ubriache. UN MODO PER AVVISARLO: LE SUE INDAGINI DAVANO FASTIDIO.

    Ultimo aggiornamento:

    20 Settembre 2025

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